martedì 26 marzo 2013

Alta Scuola


Scuola di Equitazione Spagnola


La Scuola di Equitazione Spagnola(Spanische Hofreitschule) venne fondata durante l'impero austriaco nel 1572 a Vienna ed è la più anticadel mondo. Venne commissionata nel 1565 all’architetto barocco Joseph Emanuel Fischer von Erlach ma venne ultimata solo nel 1729 sotto il regno dell'imperatore Carlo VI quando venne costruita la Sala Bianca dell’Equitazione. Per un periodo questa sala venne usata per varie cerimonie e per insegnare ai giovani della obiltà, oggi è aperta al pubblico e si può assistere all'addestramento degli stalloni.
Prende il suo nome dai cavalli spagnoli da cui deriva anche la razza lipizzana, l'unica razza usata nella scuola. I cavalli utilizzati nella Scuola sono allevati in una scuderia a Piber, nella Stiria ovest, in Austria. Originariamente provevivano da Lipizza (o Lipica in sloveno) vicino a Trieste.
Oggi è l’unica istituzione a mantenere ancora invariata l’equitazione classica.
L’addestramento degli stalloni Lipizzani si articola in 3 fasi:
1.     Prima Equitazione: inizia quando il cavallo viene portato alla Scuola a quattro anni. Viene istruito ad essere sellato e imbrigliato. Si inizia ad insegnargli i comandi alla corda lunga. Si potenzia la sua obbedienza, a rafforzare i suoi muscoli e viene preparato ad essere montato. Questo lavoro dura 2-3 mesi. Successivamente il cavallo viene cavalcato in un'arena su percorsi rettilinei, per insegnargli a rispondere ai comandi del cavaliere. Si mira a sviluppare i movimenti sulle andature ordinarie (non allungate o riunite).
2.     Campagna scolastica Dopo circa un anno di lavoro alla prima fase i cavalli vengono affiadati a cavaliri esperti e cominciano a lavorare sulle andature raccolte, percorsi curvi o circolari. L’obbiettivo principale di questa fase è di potenziare l'impulso del cavallo e i passi naturali, di rendere il cavallo docile e flessibile, e svilupparne gradualmente la muscolatura. La maggior parte dell'addestramento ha luogo in questa fase che occupa circa i ⅔ di tutto il tempo necessario per "produrre" un cavallo addestrato.
3.     Alta scuola: In questa fase, il cavaliere spingerà gradualmente il cavallo alla perfezione in lealtà, contatto, docilità, andature raccolte e perfezionate e impulso. Durante questa fase, il cavallo imparerà a eseguire alcuni dei più difficili passi come il cambio di mano nel mezzo passo, il counter-canter, il cambio al volo, la piroetta, il passage, la piaffe.
Anche i cavalieri sono scelti attentamente. Lavorano prima alla corda lunga senza staffe e redini su cavalli ben addestrati per un periodo che va dai 6 mesi ad un anno, per insegnare un assetto bilanciato, possono controllare da soli gli animali, sotto la supervisione di un cavaliere esperto, fino a quando imparano a eseguire i movimenti dell'Alta scuola. Con un addestramento intensivo, ci vogliono 2-4 anni. Solo allora il cavaliere viene autorizzato ad addestrare un giovane stallone da non domato fino all'Alta scuola, processo che solitamente richiede altri 4-6 anni. Dal 2008 anche le donne sono ammesse come addestratrici dell’Alta Scuola.
Durante le rappresentazioni di gala, con l'accompagnamento di melodie tratte dal repertorio musicale classico austriaco, è possibile assistere a tutte le lezioni più impegnative dell'Alta Scuola, tra cui passaggi, piroette al galoppo fino ai complicati Salti di Scuola. I cavalli vengono montati e condotti a mano. E a coronamento dell'esibizione, dopo il “pas de deux” durante il quale due cavalli danzano con movimenti speculari l'uno all'altro, viene eseguita la quadriglia: sulle note di una musica da ballo storica, risalente al Congresso di Vienna, otto esemplari di Lipizzani, guidati dai rispettivi fantini, si esibiscono nel Balletto degli stalloni bianchi con leggiadria ed esprimendo massima concentrazione.
All'interno dell’ Hof viennese di epoca rinascimentale, dotato di tutti i più moderni comfort, vengono ospitati i cavalli e sono esposti gli alberi genealogici a testimonianza della loro antica discendenza. Nella selleria sono conservate ed esposte le diverse briglie.









Ho comprato cavallo magazine sabato e ho letto l’articolo sui cavalli vittime della crudeltà dell’uomo e della crisi. Mi piange il cuore vedere alcuni poveri cavalli condannati al macello, a sofferenze, torture per colpa degli uomini. Non che prima ignorassi il problema, ma vedendo le loro foto, e soprattutto pensando che non sono gli unici in quelle condizioni, ma che probabilmente ci sono ancora migliaia e migliaia su cui nessuno farà mai luce, migliaia condannati a morte che non verranno salvati. Se solo potessi fare qualcosa per aiutarli L trovo una cosa inaccettabile che le creature che amo di più al mondo soffrano così e che si possa fare così poco per impedirlo…

Amor Gitano

A me piace moltissimo la parte in cui i cavalli sono sulla spiaggia :)

lunedì 25 marzo 2013

razza: Andaluso


L'ANDALUSO
La storia del cavallo Andaluso, o Pura Razza Española (PRE)  è ancora incerta.
La prima teoria riguarda l'importazione di cavalli in Spagna risalente al 250 a.C. , quando Asdrubale, durante la conquista della Penisola Iberica, portò 2000 cavalli della Numidia da Cartagine.
Anche da Giulio Cesare si hanno notizie dei primi cavalli Andalusi. Nel "De bello gallico" nomina un " Equus Ibericus" incontrato nel territorio spagnolo. Forse questi cavalli erano giunti dall'Africa attraverso l'istmo che prima dell'ultima glaciazione chiudeva l'attuale Stetto di Gibilterra.
Un’altra teoria, e forse la più realistica, sostiene che l'Andaluso derivi da cavalli Berberi e Arabi portati in Spagna dai Mori durante le invasioni e incrociati con razze locali ( Sorraia, Garrano, Galaicoasturiano, Pottok ).
 I Mori rimasero nella penisola dal 711 fino al 1492, otto secoli in cui andò definendosi l'attuale razza Andalusa.  Essa deriva da incroci di Berberi, Teutonici ( cavalli di tipo germanico ) e le razze locali citate in precedenza.
Originariamente il cavallo era solo un mezzo di trasporto, in seguito divenne ottimo per la cavalleria e l’Alta Scuola, già diffusa in Europa.
Durante il Medioevo le dinastie reali spagnole ne favorirono l'allevamento, consapevoli del l'importanza militare e del prestigio che la razza stava conquistando. Nel 1476 l'allevamento fu affidato ai monaci certosini di Jerez de la Frontiera, ai quali si deve la purezza dell'Andaluso moderno, a quel tempo più piccolo e rustico e meno elegante.
Dall’Andaluso discendono i Lipizzani, il Certosino (razza allevata solo in Spagna), il Minorchino (razza non ancora riconosciuta)
In Europa il sangue Andaluso si trova nei progenitori di razze come Lipizzano, Alter Real, Lusitano, Hannover, Oldenburg, Cleveland Bay, Connemara, Welsh Cob, Frisone, Normanno e Orlov. Ha anche influenzato tutte le razze americane, in particolare il Criollo e il Quarter Horse.
CARATTERISTICHE:
·         Mantello: il più comune è il grigio, ma sono ammessi anche baio, morello e roano.
·         Statura: 155-160 centimetri al garrese
·         Costituzione: forte e resistente, la sua costituzione gli permette movimenti agili, veloci e soprattutto eleganti
·         Carattere: sensibile, equilibrato, focoso, energico, coraggioso


 Impieghi: sella, tiro leggero, passeggiate, corride e lavoro con il bestiame (vaqueros). Il suo grande pregio è anche quello di saper eseguire il passo spagnolo.

Ho conosciuto il dolore, la fatica, la sconfitta per arrivare fin qui. Ho continuato migliorando di volta in volta e scoprendo che più apprendevo, meno sapevo poiché c’era sempre da imparare qualcosa di nuovo.
Ho aperto la mia mente e il mio cuore alla bellezza del loro mondo. Ho imparato l’amore, la felicità, la soddisfazione. Ci sono stati momenti in cui avrei potuto mollare, in cui avrebbero voluto vedermi mollare, momenti in cui avrei voluto piangere tutte le mie lacrime e auto commiserarmi. Ma non l’ho fatto…accanto a me c’era sempre un naso caldo e due occhioni dolci che mi facevano dimenticare tutto.
Ho combattuto contro la mia famiglia, ho vinto la battaglia. Ho dimostrato a chi mi circonda che l’equitazione non è uno sport da niente, che ci vuole impegno, costanza, sensibilità e determinazione. Ho dimostrato che i cavalli non sono stupide bestie.
Con loro ho attraversato tutto, i momenti migliori e peggiori della mia vita, sono stati la mia seconda famiglia, il mio faro nella nebbia.
Abbiamo parlato per ore il linguaggio dell’infinito, fatto di gesti, sussurri, carezze, amore.
Se oggi sono ciò che sono lo devo ai cavalli…se non sono più la bimba timida di un tempo, se rido dei miei difetti, se vedo il bicchiere sempre mezzo pieno, se affronto la vita con ottimismo, se non mi arrendo mai, lo devo a loro, perché con loro ho imparato ad avere fiducia in me stessa.
Forse non diventerò famosa, non ci sarà posto per me tra i campioni, ma vivrò nella consapevolezza di aver fatto ciò che amo e nulla vale più di questo. Io e i cavalli siamo legati per sempre, loro sono tutta la mia vita.

venerdì 22 marzo 2013



"Ci sono due cose in equitazione: la tecnica e l'anima"
"Tralasciate un po' la tecnica e montate con il cuore"
-Nuno Oliveira
 

giovedì 21 marzo 2013

campione italiano

Ciao :) su quale campione italiano volete che sia il post dei prossimi giorni??????? <3

razza: cavallo Maremmano

Il Maremmano:

Sulle origini storiche dei cavalli maremmani esistono versioni discordanti. Lo zootecnico francese Sanson sosteneva che discendessero dai cavalli dal nord e dall’est dell’Europa con i popoli Germanici.

Secondo un’altra avvalorata teoria il cavallo Maremmano discenderebbe dai cavalli Berberi. Qualunque sia la loro origine la cosa certa è che si tratta di cavalli forti e dal fisico rustico che si adattano facilmente ai cambiamenti e che per questo probabilmente discendono da cavalli che le varie popolazioni portavano con sé negli spostamenti. Durante il Rinascimento molti nobili si crearono allevamenti di Maremmani, alcuni, specie nella Toscana, dal mantello baio, più leggeri ed eleganti, altri, nel Lazio, più scuri, forti e imponenti.
Il territorio della Maremma ha forgiato il loro fisico e carattere. Prevalentemente paludoso era il luogo ideale per l’allevamento di bovini. Inseparabili compagni dei mandriani erano i loro cavalli, piccoli, frugali, robusti, e, grazie alla selezione naturale, sempre più forti e resistenti.
Con la decadenza delle corti dei nobili, presto anche i loro cavalli, eleganti ma fragili, scomparvero poiché inadatti alla dura vita da cavalli da lavoro. Il cavallo di Maremma tornò ad essere uno solo, rustico e lavoratore.  

Agli inizi del ‘900 l’apporto di sangue di Purosangue Inglese e orientale migliorò il cavallo Maremmano, armonizzandolo e facendolo diventare più alto. Poiché generalmente i Depositi degli Stalloni erano Statali, era l’esercito che gestiva gli incroci a seconda della necessità: cavalli forti e robusti per trainare armi e vettovaglie, agili e veloci per la cavalleria e cavalli sontuosi di rappresentanza.
Con l’inizio degli sport equestri occorreva rendere i Maremmani più agili e veloci senza però snaturare le sue caratteristiche originarie. Venne quindi incrociato con i Purosangue Inglese per creare un cavallo che potesse battere anche i cavalli irlandesi che, a quel tempo, non avevano eguali. 

Con l’arrivo della seconda guerra mondiale il Maremmano attraversò un periodo di decadenza. Molti vennero macellati, le cavalle vennero adoperate per la produzione di muli, indispensabili per la guerra. Con la meccanizzazione il Maremmano rischiò addirittura di estinguersi. 
Negli anni 50 e 60 a poco a poco, grazie all’impegno di molti allevatori, vennero ritrovati molti Maremmani nelle campagne, lasciati liberi per l’impossibilità dei contadini di sfamarli. Fu da questi che cominciò il recupero della razza. In seguito vennero create associazioni di allevatori e nel 1980 il libro genealogico della razza.

Da uno studio del 1987 si giunse alla conclusione che i capostipiti della razza erano 4: Otello (Maremmano), Aiace (Purosangue Inglese), Ussero (Razza Moscati) e Ingres (Purosangue Inglese). In seguito si aggiunse anche il PSI Le Brun. 

CARATTERISTICHE:
Mantello: baio, morello, il sauro è ammesso solo nelle femmine.
Statura: superiore a 1,58 metri  per i maschi, 1,56 metri per le femmine
Costituzione: forte e frugale, resistente a malattia e fatica
Carattere: focoso, vivace, ma docile. Si affeziona particolarmente al suo cavaliere. È molto coraggioso, infatti non si spaventa davanti a nulla.
Impieghi: lavoro con il bestiame, salto ostacoli, passeggiate e trekking, monta da lavoro in generale.

martedì 19 marzo 2013

secretariat

Trovo questo video di Barbaro123456  veramente stupendo :) ci sono tutti i momenti più belli della vita di Secretariat, il campione a cui è stato anche dedicato il film "un anno da ricordare".
Vinse il Belmont Stake del 1973 con 31 lunghezze di vantaggio sul 2° cavallo stabilendo il record di pista di 2:24 per un miglio e mezzo, record tuttora imbattuto per quella distanza.

presentazione :)

i cavalli sono tutta la mia vita...ho imparato ad andare a cavallo a 6 anni ma la mia passione per loro era presente già da molto prima, ma nessuno della mia famiglia voleva portarmi...avevano troppa paura...ma alla fine ho coronato il mio sogno e spero presto di avere un cavallo...ho avuto molte difficoltà ma tutto si è sempre risolto grazie a queste splendide creature e ai loro occhi così dolci...I cavalli sono i miei migliori amici, la mia seconda famiglia, tutta la mia vita e non mi stancherò mai di ripeterlo. spero di poter condividere la mia passione con persone come me e di trasmetterla ad altre.
baci
Jenny